I versi degli animali

D'un tratto la musica perse la ritmica: il rumore dei suoi passi, che tenevano il tempo, sparì di colpo, lasciando, soltanto, quell'immotivato di cani ed il continuo scroscio della pioggia, a coprire il silenzio.
Invece di ascoltare docilmente quello che i filosofi e gli studiosi occidentali pretendevano di insegnar loro su loro stessi, essi hanno pensato di essere in prima persona i più qualificati per parlare di sé stessi, poiché, come dice il proverbio: "Quando c'è una capra è inutile in sua vece".
In una famiglia ognuno ha preso il suo posto e l'ha consolidato: il padre - il leone - ha imparato così bene a da non sapere più parlare, la madre fa le fusa e nessuno si stupisce del fatto che le sia spuntata la coda, il cucciolo, un orsetto, si rotola sul tappeto sette volte ogni sera prima di andare a dormire.
A destra ed a sinistra si estendevano masse enormi di bambù spinosi, di cespugli fitti, sotto i quali si udivano brontolare le tigri e i serpenti, di erbe lunghe e taglienti, confuse, amalgamate, strette le une alle altre in modo da impedire il passo.
Ma in questa luce sempre più vivida, mentre le gazze ricominciavano a nel bosco rabbrividente, e sulle macchie le gocce della rugiada riflettendo i bagliori dell'iride sembravano le stelle scomparse dal firmamento, Stefano assisté ad una scena dolorosa e volgare.
Fu sì grande il fracasso dei campanacci e il dei gatti che, quantunque la burla fosse fatta per invenzione dei duchi, non pertanto ne furono eglino stessi impauriti, e ne restò spaventato affatto il povero don Chisciotte.
Vede ella i meli rosseggiar di pomi, vede curvare i peri a terra i rami; l’api , ode ronzar le vespe e i calabroni in mezzo al dolce fico.
A tutto questo fa cornice il dell'asinello, il di un passerotto, il delle caprette nane, il dei daini, lo delle oche e il dei coloratissimi pavoni.

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