Fabrisse rimase a lungo raggomitolata per terra, troppo umiliata per piangere, troppo sbalordita dall'orribile verità che le voglie del parroco non erano per lei, ma per sua figlia. Quando finalmente alzò la testa, vide Eco accovacciata contro il muro, che la fissava con aria spaventata . Fabrisse non fece il minimo gesto per consolarla . Le lanciò solo un'occhiata, poi trascinandosi sulle mani e sulle ginocchia, si allontanò dalla bambina per dirigersi verso il camino. Si alzò, prese l'otre del vino dalla mensola e ne portò l'imboccatura alle labbra, crollando di nuovo a terra. Nel suo cuore s'era conficcato un seme di odio per Eco, e ci avrebbe messo saldamente le radici, per non staccarsene mai più.
Per tutta la mattina sfaccendò in cucina, bevendo e stillando sudore per il gran caldo, e per quella vampa che le ardeva dentro. Di tanto in tanto, la figlia cercava di portarle via la fiasca, ma Fabrisse le allontanava la mano con uno schiaffo , lanciando qualche imprecazione.
Charmaine Craig. Storia d'amore e d'eresia