[...] Il giorno dopo, presto, al mattino, Hervé Joncour
(partire).
Nascoste tra i bagagli,
(portare) con sé migliaia di uova di baco, e cioè il futuro di Lavilledieu, e il lavoro per centinaia di persone, e la ricchezza per una decina di loro. Dove la strada
(curvare) a sinistra, nascondendo per sempre dietro il profilo della collina la vista del villaggio,
(fermarsi), senza badare ai due uomini che lo accompagnavano.
(scendere) da cavallo e
(rimanere) per un po' sul bordo della strada, con lo sguardo fisso a quelle case, arrampicate sul dorso della collina.
Sei giorni dopo Hervé Joncour
(imbarcarsi), a Takaoka, su una nave di contrabbandieri olandesi che lo
(portare) a Sabirk. Da lì
(risalire) il confine cinese fino al lago Bajkal,
(attraversare) quattromila chilometri di terra siberiana,
(superare) gli Urali,
(raggiungere) Kiev e in treno
(percorrere) tutta l'Europa, da est a ovest, fino ad arrivare dopo tre mesi di viaggio, in Francia. La prima domenica di aprile - in tempo per la Messa grande -
(giungere) alle porte di Lavilledieu.
(vedere) sua moglie Hélène corrergli incontro, e
(sentire) il profumo della sua pelle quando la
(stringere) a sé, e il velluto della sua voce quando gli
(dire).
- Sei tornato.
Alessandro Baricco, Seta