In un villaggio fiume Yuele viveva un uomo che si chiamava Doruma ed era molto fortunato. Aveva una bella moglie, due figli sani e un campo fertile. Era un buon cacciatore e villaggio non aveva nemici. Fu così che Shabunda, il diavolo bosco, vedendolo cantare e fumare davanti capanna come il più felice uomini, ne ebbe invidia. E per dispetto una notte entrò capanna, gli infilò le unghie adunche capelli e da lì gli sfilò via il sonno. Doruma si svegliò di colpo, destò la moglie Oda e le disse che un'ombra maligna l'aveva sfiorato. - È stato solo un brutto sogno - disse Oda - torna a dormire.
Ma Doruma non dormì né quella notte, né la notte dopo, né tutte le notti di quella luna. Anche se per tutto il tempo lavorava e cacciava, così da tornare a casa stanco da non reggersi in piedi, il sonno non veniva. Provò a farsi accarezzare con la coda di un ghiro Chaqui, a bere l'erba Terené che fa inginocchiare anche gli elefanti, cercò di dormire terra e alberi e sulle pietre del fiume, ma non ci fu nulla da fare.
Stefano Benni - Il bar sotto il mare