Politica, non è il maschilismo a frenare le italiane
Siamo abituati a pensare che, se le donne sono assai poco presenti nel Parlamento italiano, ciò avvenga anzitutto a causa delle resistenze e dei pregiudizi maschili. Pur negare il peso delle une e degli altri, è chiaro che si tratta di una spiegazione insufficiente, dato che da 60 anni le donne, esercitando il di voto, condividono con gli uomini la responsabilità di inviare Camere un’esigua rappresentanza femminile. Ora il libro di una giovane ricercatrice, Giulia Galeotti, ricostruendo la delle battaglie che hanno portato al suffragio femminile, fornisce una spiegazione piuttosto originale di questo fenomeno.
Ad ostacolare la in politica delle donne italiane, osserva l’autrice, sono state in fondo le modalità stesse con cui il voto FU concesso nel 1946, tutto in una . In molti altri Paesi l’estensione del suffragio aveva rappresentato un processo graduale, perciò l’insieme della società aveva avuto e modo di abituarsi gradualmente alla presenza in politica delle donne, sia come che come elette.
La concessione del voto alle donne senza nessuna gradualità produsse, in una società quella italiana, conseguenze che si fanno sentire oggi. Conseguenze che si possono così riassumere: gli uomini in Parlamento sono percepiti come rappresentanti di tutti i cittadini; le donne, , soltanto come portavoce del genere femminile. Insomma, nostro immaginario collettivo, le donne rappresentano soprattutto le donne. Un’idea ben testimoniata dal che generalmente vengono assegnati alle donne ministeri di ambito sociale-familiare-educativo.
Giovanni Belardelli, “Corriere della Sera”, 24 ottobre 2006