Il festival di Sanremo
Se potessimo entrare nel
di molte famiglie italiane durante le serate dell’ultima settimana di febbraio, di certo ne ricaveremmo un’ impressione poco lusinghiera: vedremmo infatti questi italiani consumare una
cena e poi incollarsi davanti alla TV per vedere quello che ci sembrerebbe solo un lungo
sul cattivo gusto.
È il Festival della Canzone Italiana, il celebre Festival di Sanremo, cioè la
televisiva più seguita dell’anno.
Perché il popolo di Verdi, di Rossini, di Caruso e di Pavarotti, rimane
per 4 o 5 serate davanti ad uno spettacolo di scarso interesse e melodie scontate, il tutto
da tante banalità e battute di dubbio gusto scambiate fra i tanti
che si muovono sul palco?
Lo slogan recita: “Perché Sanremo è Sanremo!”, ma questa
non ci soddisfa affatto.
Da mezzo secolo l’Italia, forse unico paese in Europa e nel mondo, può vantare un programma che le fa da specchio in tutte quelle che sono le sue mode, il suo sfarzo, la sua “arte”, ma anche e soprattutto nelle sue brutture , ipocrisie e
.
Nato la sera del 29 gennaio del 1951 nel salone del vecchio Casinò, quando la
ancora non c’era e il biglietto per assistervi costava 500 lire, Sanremo con il suo festival
rappresentava proprio quello che gli Italiani desideravano. Erano anni difficili, la
dilagava, le tensioni e gli scontri sociali segnavano spesso la cronaca con eventi tragici, ma dentro il Casinò si cantava della mamma, della luna, della patria e soprattutto dei fiori, grande simbolo della città
.
Nei primi anni settanta il palcoscenico del Festival fu trasferito nello storico teatro Ariston, che da allora ogni anno si riempie di fiori e di note, ma anche di provocanti scollature e tacchi vertiginosi.
Ma pensiamo un po’ anche alla musica, che dovrebbe essere la vera
della manifestazione. Il Festival è stato il
di lancio per molte carriere, anche internazionali, come quelle di Zucchero, Eros Ramazzotti o Laura Pausini.